Page 7 - Architettura delle Chiese Campestri Galluresi
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Le Chiese campestri coprono un aspetto fondamentale della Gallura che in
        questo si differenzia da tutte le altre Province Sarde.
        Le Chiese campestri non sono solo importanti testimonianze storico
        architettoniche del territorio, ma sono presenze attive nel quotidiano della società
        gallurese di ogni età.
        Le numerose Suprastantie lavorano non solo per mantenere e preservare le mura
        delle Chiese ma organizzano ogni anno, se non più volte l'anno, feste religiose,
        dove si mangia e si balla, che coinvolgono migliaia di persone mantenendo così
        accese le antiche tradizioni e le relazioni interpersonali.
        In passato, nel '700, le Chiese campestri venivano utilizzate dal Clero come luoghi
        ove far confluire dai territori circostanti le Decime, ovvero le tasse del 10% del
        raccolto annuale, che i contadini dovevano alla Chiesa di Dio.
        In altri casi venivano utilizzate dai fuggiaschi come luogo sicuro, "Diritto d'Asilo",
        ove mettersi al riparo dalla Giustizia che li rincorreva, ed ancora furono teatro di
        solenni riappacificazioni, " Le Paci", tra Famiglie in lotta da decenni tra loro, alla
        presenza di Vescovi e Prefetti.
        Le prime Chiese campestri sono databili già dal 1100 ma è dai primi del
        Settecento che il territorio Gallurese è stato profondamente strutturato da una
        puntiforme presenza di piccole Chiese che corrispondevano alla sua morfologia
        socio economica, quella degli Stazzi, ovvero a entità autosufficienti disperse nel
        territorio, che non facevano quindi riferimento ad uno specifico insediamento
        urbano. In genere le Chiese più antiche erano volute e finanziate dai contadini e
        pastori del luogo.
        In particolare nella Bassa Gallura e nell'agro di Luogosanto si riscontra il maggior
        numero di antiche Chiese che dal punto di vista  architettonico ripropongono il
        modello tipologico delle case dei contadini, ovvero lo stazzo, muri in granito e tetti
        in ginepro e canne, unica aggiunta, una croce od un piccolo campaniletto a vela.
        Scendendo a sud nell'agro di Berchidda o di Oschiri la morfologia delle Chiese
        cambia. Non assomigliano più agli stazzi, aumentano le dimensioni, si perde la
        simmetria assiale del corpo di fabbrica, acquistano una navata, e sono all'interno
        maggiormente decorate ed impreziosite.
        In agro di Tempio Pausania in genere le Chiese mantengono delle buone
        dimensioni con una composizione molto scarna e severa, fredda e poco
        comunicativa.
        Anche il tipo di convivialità che si respira nelle reciproche feste conviviali cambia,
        come l'architettura, da luogo a luogo.
        Negli anni '30 Papa Ratti, Pio XI, perseguendo un programma di evangelizzazione,
        decise di dotare le campagne più remote, poco popolate e disagiate della Gallura,
        di una miriade di Chiesette tutte uguali, secondo un progetto tipologico
        economico e standardizzato dal sapore vagamente neogotico.
        Molte , nel tempo, sono state ampliate e modificate.
        Altra categoria più recente di Chiese campestri è quella degli ex voto, volute e
        costruite da privati cittadini, e quelle costruite al servizio dei villaggi turistici della
        costa Gallurese.
                                     A.G.
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